V2: Tipologie di fondazione a vite
Anteponendo la conformazione della vite
rispetto alla destinazione di utilizzo, per individuare diverse di tipologie di
viti di fondazione si ricorre a due criteri di classificazione in base:
-
alle
eliche (unica o molteplici, singole o in serie, a diametro fisso o variabile);
-
al
fusto o corpo vite (continuo o discontinuo, con accessori o senza).
Il primo criterio ha portato nel tempo alla
definizione di metodi di calcolo specifici per i carichi verticali mentre il
secondo ha allargato il numero dei campi d’impiego, come dimostrato dai primi
utilizzi per ponti, passerelle e case con faro agli utilizzi attuali come in
semplici recinzioni, pali della luce e consolidamenti di edifici esistenti.
Tante o poche, separate o unite, uguali o
diverse: apparentemente una vasta casistica, che sembra allargarsi
ulteriormente combinando tra loro i tre sotto criteri. A dire il vero la quasi
totalità delle viti di fondazione appartiene a queste quattro tipologie, come
riassunto in questo schema:
La prima tipologia è una vite monoelica
(la stessa del filmato) ed è la più semplice. Le altre tre tipologie
prevedono più di una elica, per cui si hanno la tipologia con spirale continua (più
eliche unite in uno sviluppo senza interruzioni), la tipologia con eliche
separate dello stesso diametro e l’ultima con diametro variabile.
Passiamo ad alcune domande:
1) quali sono le principali differenze?
A parità di lunghezza della vite, eliche disposte diversamente sopportano
carichi differenti: i modelli multielica offriranno performance maggiori
rispetto ai modelli monoelica. Per contro, vi saranno costi maggiori per ogni
elica aggiuntiva;
2) quali sono criteri di scelta per valutare
l’uso di una specifica conformazione di eliche anziché un’altra?
Il primo parametro può essere la stratigrafia del terreno: la spirale
continua è consigliata per le terre coesive (argille), mentre le eliche
separate è più indicata per le terre incoerenti (sabbie).
Il secondo può essere la modalità di installazione: viti piccole con
spirale continua sono installabili anche manualmente o per mezzo di avvitatori
manuali appositi, mentre viti a singole eliche principalmente con mezzi
meccanici;
Un terzo motivo la destinazione d’uso: viti con spirale continua possono
andar bene per opere di fai da tè in giardino, come viti importanti multielica
per opere ingegneristiche. E’ possibile anche l’inverso, perciò è sempre bene
chiedere consigli ad esperti che potranno indicare la miglior opzione per ogni
esigenza.
Eliche a parte, la discriminante più
importante al momento della scelta risulta essere la conformazione del fusto o
corpo vite: prima occorre rispondere alle esigenze funzionali, in seconda
battuta alle sollecitazioni di progetto.
Un modello costruito in una certa maniera
troverà più applicazioni rispetto ad un altro più semplice, così come i costi
saranno differenti. Flange piene o forate, dadi di bulloni saldati internamente
o esternamente ed altro ancora sono tutti accessori che portano ad una offerta
molto vasta di viti di fondazioni funzionale ad ogni destinazione d’uso. Tutto
ciò rappresenta un’aggiunta al corpo vite, non una vera e propria
configurazione del fusto: analogamente gli optional (clima, autoradio, cerchi
in lega) che troviamo in più in un automobile rispetto al modello base sono
delle aggiunte ma non trasformeranno mai una berlina in una station wagon.
La classificazione in base alla struttura
è determinata dalla continuità o discontinuità del fusto: emergono così tre
nuove tipologie, così come dimostrato nello schema.
La prima è la vite di fondazione classica
che, abbinata ad eliche progettate in base alle sollecitazioni e alla natura
del terreno, è adatta a sopportare esigenze che implicano in prevalenza carichi
verticali. La sua installazione è facile in quanto può avvenire direttamente senza l’ausilio
di prefori con punte d'acciaio per trivelle.
La seconda vite prevede l’accostamento di
fusti a diametro diverso uniti da una flangia di grandezza pari al fusto
maggiore: la configurazione permette di poter alloggiare qualcosa dentro al
cilindro superiore, bloccandolo o sigillandolo attraverso impasti cementizi
diventando così la perfetta nemesi del classico plinto prefabbricato in
calcestruzzo. L’installazione è semplice e può avvenire in due fasi, ovvero un
preforo con punte per trivelle almeno pari a diametro e altezza del cilindro
superiore e in seconda battuta l’installazione effettiva della vite.
La terza tipologia unisce il vantaggio
dell’installazione diretta senza preforo della vite standard a fusto continuo con
il pregio della possibilità di alloggiamento interno a favore della vite con
box, aggiungendo inoltre anche una maggior resistenza ai carichi laterali
rispetto ai primi due modelli.
Effettivamente da ora si può cominciare a
parlare di utilizzi ed impieghi, avendo chiara una panoramica sulle caratteristiche
che determinano le tipologie generiche e che quindi danno origine a tutta l’offerta
presente sul mercato.