giovedì 16 luglio 2015

V1: "Un’immagine vale più di mille parole"

Ground screw, helical piles, screw piles, fondazione a vite. Termini diversi che indicano lo stesso elemento metallico che una volta avvitato al suolo funge da ancoraggio per la struttura soprastante. Fondazione del tipo indiretto o profonda e prevalentemente infissa senza asportazione del terreno, trova la sua prima applicazione nel 1838 in una lighthouse (casa con faro) sulla foce del Tamigi ad opera dell’ingegnere irlandese Alexander Mithchell. Il primo utilizzo in Italia fu nel 1866(1), per merito dell’ingegnere inglese Alfred Enrico Neville nel Ponte Garibaldi a Verona. Conservando la parte storica dell’argomento per futuri post, si osservi la figura della vite concepita da Mitchell (a sinistra) con la generica ed attuale rappresentazione simile a quella tipo che possiamo trovare su Wikipedia (a destra).
La prima figura è estratta da google patents al seguente link, inventor: A. Mitchell, patents no. US3986. 
In primis si notino i tre elementi base che costituiscono entrambe le riproduzioni: il fusto - palo, un’elica e il puntale. Gli oltre 150 anni passati non hanno portato alcuna modifica consistente rispetto all’idea originale, tanto che alcune ditte produttrici implementano ancora il puntale conico o similare anzichè il semplice taglio inclinato sulla parte finale del palo. Mettendo per ora da parte le disquisizioni tecniche sul puntale, la sostanza dalla fondazione a vite deriva dall’abbinamento fusto-elica.

Ora si passa a definire i due elementi che la compongono:
-          il fusto, o palo o tubolare, che può essere a sezione quadrata o circolare, cava o piena, è l’elemento che trasmette i carichi verticali alle eliche, anch’esso ha funzione portante soprattutto nel caso di carichi laterali e funge da collegamento con la struttura soprastante da sorreggere;
-          elica, che può essere una sola o molteplici, singole o multiple in serie tipo a spirale, assolve funzioni di portata dei carichi e ne permette l’infissione al terreno attraverso l’avvitamento, analogamente alle vite da fai da te sul legno.


Utilizzi o impieghi, tipologie, capacità portante e ricerche attinenti, resistenza alla corrosione, modalità di installazione, mercato e soggetti interessati e confronto con il tradizionale calcestruzzo, saranno i prossimi argomenti trattati rivelandovi una tecnologia valida ed alternativa: per oggi e rimanendo il linea con il proverbio classico citato nel titolo vi consiglio di vedere questo breve filmato esplicativo e significativo che non ha alcuna pretesa di essere prova scientifica e sperimentale ma soltanto di dare una pragmatica e concreta idea delle potenzialità delle fondazioni a vite.

Video 1 (versione italiana)

Video 1 (english version)

Stay tuned e buona visione!

(1) Lutenegger Alan J., Historical Development of Iron Screw-Pile Foundations: 1836–1900, gennaio 2011, int. j. for the history of eng. & tech., Vol. 81 No. 1, 108-28, www.helicalfoundations.org

Nessun commento:

Posta un commento