V5: Briefing riassuntivo
sulle fondazioni a vite
Chi e cosa sono,
che tipologie, come impiegarle, come installarle: nei post precedenti abbiamo
trattato questi domande fornendo un panoramica generale sul settore delle
fondazioni a vite.
Mai sentito
parlarne? Nessun problema, qui vi sono e vi saranno date spiegazioni e
risposte. Prima di procedere a questioni più tecniche, ecco un quadro
riassuntivo sulle fondazioni a vite.
Innanzitutto, COSA
SONO (post V1): le viti di fondazioni sono manufatti metallici del tutto simili
alle comuni viti che acquistiamo dal ferramenta, solo più grandi che fungono da
ancoraggio a terra per ogni possibile costruzione. Vengono installate tramite
avvitamento direttamente sul suolo e rappresentano un’alterativa valida alle
fondazioni in calcestruzzo.
Valida perché
riduce i tempi di esecuzione dell’opera, immediatamente usufruibili e
performanti una volta installate, perfettamente rimovibili e riciclabili nel
caso di costruzioni provvisorie e adattabili per interventi successivi.
Non sono nate ieri,
perché inventate ed utilizzate sin dal 1838 in Inghilterra ed utilizzate in
Italia per la prima volta nel 1861 in un ponte sul fiume Adige a nella città di
Verona.
Sono composte da
due elementi ovvero il fusto e le eliche. Il primo è un tubo o palo verticale
che trasmette i carichi alle eliche e rappresenta il collegamento con la
struttura soprastante, mentre le eliche trasmettono i carichi direttamente al
suolo e permettono l’infissione del manufatto a terra.
Nell’immagine a
sinistra il disegno della fondazione a vite brevettata 150 anni fa, e a destra una rappresentazione schematica odierna.
La prima figura è estratta da google patents al seguente link, inventor: A. Mitchell, patents no. US3986.
E quindi passiamo
alle TIPOLOGIE (post V2): in base agli elementi di cui sono composte abbiamo
due classificazioni.
La prima verte
sulle eliche: tipologia ad un elica, a spirale, a singole eliche. Numero,
posizione e dimensioni delle eliche in relazione alla natura del terreno
influiscono sulla portata ai carichi verticali
La seconda
classificazione verte naturalmente sul fusto: continuo o discontinuo (con o
senza raccordo). La conformazione determina le modalità di installazione e
soprattutto i possibili usi e destinazioni.
Definiamo ora gli
IMPIEGHI (post V3): essendo alternative alle fondazioni in calcestruzzo,
significa che avranno pari numero di utilizzazioni, ovvero illimitato.
Elenchiamo allora dei possibili impieghi standard o più conosciuti attraverso
una classificazione empirica degli interventi:
-
opere private
semplici, eseguibili da una singola impresa, viti standard o coniche possono
essere utilizzate per recinzioni, staccionate, gazebo, serre e messa in
sicurezza di alberi;
-
opere private
complesse, eseguibili da più imprese, viti standard e coniche possono essere impiegate
per impianti fotovoltaici a terra, tettoie, tensostrutture, case con struttura
in legno o acciaio o per il consolidamento di edifici;
-
opere pubbliche
semplici, eseguibili da una singola impresa, le tipologie precedenti incluse le
viti con box possono essere adoperate per segnaletica stradale e
cartellonistica, impianti di illuminazione pubblica, reti di campi sportivi,
recinzioni provvisorie, tutto l’arredo urbano;
-
opere private
complesse, eseguibili da più imprese, viti standard e coniche possono essere
implementate per realizzare ponti e passerelle, rinforzo spondale per argini,
barriere fonoassorbenti e moduli prefabbricati per emergenze tipo terremoto.
Riportiamo un'animazione di due semplici casi, tutti gli altri li troverete nel relativo post.
Riportiamo un'animazione di due semplici casi, tutti gli altri li troverete nel relativo post.
Indichiamo infine
COME INSTALLARLE (post V4): come citato all’inizio essendo simili alle viti da
ferramenta basta eseguire la stessa operazione, l’avvitatura.
Le viti di
fondazione di dimensioni contenute (lunghezza inferiore a 70 cm) possono essere
avvitate a terra manualmente per mezzo di utensili comuni o chiavi apposite; se
di lunghezza contenuta inferiore a 160 cm vi è la possibilità di infissione per
mezzo di avvitatori dinamometrici elettrici effettuabile da operatori a terra,
mentre quando le dimensioni delle fondazioni diventano importanti si ricorre
all’ausilio di trivelle idrauliche montati su mezzi meccanici quali ad esempio escavatori.
Chiaramente
l’installazione manuale è assimilabile alle opere di bricolage e fai da te,
l’infissione con avvitatore dinamometrico è a portata di ogni impresa edile
piccola o grande purchè dotata dello strumento, mentre l’utilizzo di trivella
idraulica è più alla portata di personale esperto oppure assistito da operatori
formati da ditte fornitrici o installatrici di fondazioni a vite.
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Indirettamente è un invito ai lettori e a chiunque possa essere
interessato ad esporre le proprie domande, mentre è un appello agli autori del
sito stesso e a tutti gli attori protagonisti del mondo delle fondazioni a vite
a rispondere a tali quesiti affinchè ciascuno ne possa trarre vantaggi od
insegnamenti.
Per chi intendesse
chiedere subito, mandi una mail a: fondazioniavite.techcenter@gmail.com oppure visiti la pagina facebook.
Intanto vi lascio
alla visione di questi filmati dimostrativi sulle fondazioni a vite, in attesa
dell’uscita di post futuri su argomenti più tecnici.
Filmato dimostrativo (sottotitoli ita)
Filmato dimostrativo (sub eng)