giovedì 27 agosto 2015

V5: Briefing riassuntivo sulle fondazioni a vite

Chi e cosa sono, che tipologie, come impiegarle, come installarle: nei post precedenti abbiamo trattato questi domande fornendo un panoramica generale sul settore delle fondazioni a vite.
Mai sentito parlarne? Nessun problema, qui vi sono e vi saranno date spiegazioni e risposte. Prima di procedere a questioni più tecniche, ecco un quadro riassuntivo sulle fondazioni a vite.

Innanzitutto, COSA SONO (post V1): le viti di fondazioni sono manufatti metallici del tutto simili alle comuni viti che acquistiamo dal ferramenta, solo più grandi che fungono da ancoraggio a terra per ogni possibile costruzione. Vengono installate tramite avvitamento direttamente sul suolo e rappresentano un’alterativa valida alle fondazioni in calcestruzzo.
Valida perché riduce i tempi di esecuzione dell’opera, immediatamente usufruibili e performanti una volta installate, perfettamente rimovibili e riciclabili nel caso di costruzioni provvisorie e adattabili per interventi successivi.
Non sono nate ieri, perché inventate ed utilizzate sin dal 1838 in Inghilterra ed utilizzate in Italia per la prima volta nel 1861 in un ponte sul fiume Adige a nella città di Verona.
Sono composte da due elementi ovvero il fusto e le eliche. Il primo è un tubo o palo verticale che trasmette i carichi alle eliche e rappresenta il collegamento con la struttura soprastante, mentre le eliche trasmettono i carichi direttamente al suolo e permettono l’infissione del manufatto a terra.
Nell’immagine a sinistra il disegno della fondazione a vite brevettata 150 anni fa, e a destra una rappresentazione schematica odierna.
La prima figura è estratta da google patents al seguente link, inventor: A. Mitchell, patents no. US3986. 

E quindi passiamo alle TIPOLOGIE (post V2): in base agli elementi di cui sono composte abbiamo due classificazioni.
La prima verte sulle eliche: tipologia ad un elica, a spirale, a singole eliche. Numero, posizione e dimensioni delle eliche in relazione alla natura del terreno influiscono sulla portata ai carichi verticali
La seconda classificazione verte naturalmente sul fusto: continuo o discontinuo (con o senza raccordo). La conformazione determina le modalità di installazione e soprattutto i possibili usi e destinazioni.

Definiamo ora gli IMPIEGHI (post V3): essendo alternative alle fondazioni in calcestruzzo, significa che avranno pari numero di utilizzazioni, ovvero illimitato. Elenchiamo allora dei possibili impieghi standard o più conosciuti attraverso una classificazione empirica degli interventi:
-          opere private semplici, eseguibili da una singola impresa, viti standard o coniche possono essere utilizzate per recinzioni, staccionate, gazebo, serre e messa in sicurezza di alberi;
-          opere private complesse, eseguibili da più imprese, viti standard e coniche possono essere impiegate per impianti fotovoltaici a terra, tettoie, tensostrutture, case con struttura in legno o acciaio o per il consolidamento di edifici;
-          opere pubbliche semplici, eseguibili da una singola impresa, le tipologie precedenti incluse le viti con box possono essere adoperate per segnaletica stradale e cartellonistica, impianti di illuminazione pubblica, reti di campi sportivi, recinzioni provvisorie, tutto l’arredo urbano;
-          opere private complesse, eseguibili da più imprese, viti standard e coniche possono essere implementate per realizzare ponti e passerelle, rinforzo spondale per argini, barriere fonoassorbenti e moduli prefabbricati per emergenze tipo terremoto.
Riportiamo un'animazione di due semplici casi, tutti gli altri li troverete nel relativo post.

Indichiamo infine COME INSTALLARLE (post V4): come citato all’inizio essendo simili alle viti da ferramenta basta eseguire la stessa operazione, l’avvitatura.
Le viti di fondazione di dimensioni contenute (lunghezza inferiore a 70 cm) possono essere avvitate a terra manualmente per mezzo di utensili comuni o chiavi apposite; se di lunghezza contenuta inferiore a 160 cm vi è la possibilità di infissione per mezzo di avvitatori dinamometrici elettrici effettuabile da operatori a terra, mentre quando le dimensioni delle fondazioni diventano importanti si ricorre all’ausilio di trivelle idrauliche montati su mezzi meccanici quali ad esempio escavatori.
Chiaramente l’installazione manuale è assimilabile alle opere di bricolage e fai da te, l’infissione con avvitatore dinamometrico è a portata di ogni impresa edile piccola o grande purchè dotata dello strumento, mentre l’utilizzo di trivella idraulica è più alla portata di personale esperto oppure assistito da operatori formati da ditte fornitrici o installatrici di fondazioni a vite. 

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Indirettamente è un invito ai lettori e a chiunque possa essere interessato ad esporre le proprie domande, mentre è un appello agli autori del sito stesso e a tutti gli attori protagonisti del mondo delle fondazioni a vite a rispondere a tali quesiti affinchè ciascuno ne possa trarre vantaggi od insegnamenti.
Per chi intendesse chiedere subito, mandi una mail a: fondazioniavite.techcenter@gmail.com oppure visiti la pagina facebook.

Intanto vi lascio alla visione di questi filmati dimostrativi sulle fondazioni a vite, in attesa dell’uscita di post futuri su argomenti più tecnici.

Filmato dimostrativo (sottotitoli ita)

Filmato dimostrativo (sub eng)

martedì 25 agosto 2015

V4: Modalità di installazione di fondazioni a vite

Chiarezza e semplicità della tecnologia è il filo conduttore che lega la natura delle viti di fondazione, agli usi che se ne possono fare fino alle modalità con la quale esse possono essere installate. Le eliche o le spirali saldate sul fusto permettono l’infissione attraverso l’applicazione di una coppia ovvero la rotazione e non attraverso sistemi di percussione: i vantaggi stanno nella possibilità d’uso di sistemi leggeri e trasportabili a mano in sostituzione a macchinari pesanti, con conseguente meno rumorosità del cantiere e salvaguardia della salute e dell’ambiente circostante soprattutto in contesti vincolati (ad esempio le Z.P.S. e S.I.C., zone di protezione speciale e siti di interesse comunitario) dove le lavorazioni tradizionali possono essere limitate in alcuni periodi dell’anno.

Immaginiamo per un momento le comuni che acquistiamo dal ferramenta: l’infissione può avvenire manualmente attraverso semplici utensili oppure meccanicamente con avvitatori leggeri o pesanti. Nello specifico per le viti di fondazione l’infissione può essere effettuata:
-          manualmente, ovvero con l’impiego comuni tondini di ferro da carpenteria, con un semplice palanchino oppure con speciali chiavi atte far eseguire l’operazione in piedi;
-          meccanicamente con l’ausilio di avvitatori dinamometrici elettrici per avvitatura industriale, come il serraggio di bulloni nella carpenteria metallica, ma sempre con operatori a terra;
-          meccanicamente con mezzi meccanici quali per esempio mini escavatori, attraverso trivelle idrauliche applicabili ai bracci degli escavatori stessi, con operatori che si coordinano durante la lavorazione.
Esponiamo i tre sistemi rapportando le viti di fondazioni alle viti di ferramenta attraverso questa immagine.
Evidenziamo sempre la differenza tra l’installazione meccanica con trapano da quella con mezzi meccanici perché l’impiego di risorse è sensibilmente diverso: per esempio dal punto di vista della sicurezza due operatori con avvitatore dinamometrico (e generatore elettrico laddove non vi sia la possibilità di accedere all’alimentazione attraverso prolunghe) sottostanno a minori rischi nella lavorazione rispetto a due operatori che eseguono l’opera con l’ausilio di escavatore. Diverso è anche l’impiego di mezzi di trasporto, con conseguente facilitazione d’accesso a siti localizzati in posti impervi o in altura. Questi fattori ampliano le possibilità di scelta da parte di imprese esecutrici di lavori per qualsiasi settore (costruzioni civili, opere verdi, difesa suolo, imprese stradali e movimenti terra, elettricisti per illuminazione pubblica).

Da un punto di vista tecnico le tre modalità di installazione differiscono sensibilmente per la coppia motrice applicabile, ovvero la forza con la quale infiggere la vite: più si va in profondità, o maggiore è la lunghezza della vite o il diametro del fusto maggiore sarà la coppia necessaria per completare l’infissione.
A livello indicativo e personale basato sull’esperienza propria, come limite generico per l’infissione manuale assumeremmo viti di lunghezza massima 70 cm e diametro massimo del fusto 7 cm, mentre per l’infissione con avvitatore i limiti si elevano a viti di lunghezza massima 150-160 cm e diametro del fusto inferiore 12 cm.
Per quanto riguarda l’installazione con trivelle idrauliche, i limiti vengono imposti dalla potenza della trivella stessa e dal mezzo meccanico. Aggiungiamo inoltre che le possibilità di operare sono molto estese perché parecchi sono i mezzi al quale poter applicare una trivella: escavatori di ogni dimensione, macchine perforatrici, autocarri con gru, trattori, mini dumper ed altri mezzi ancora.
Tecnici e operatori di ditte installatrici sapranno valutare in base alle esigenze e alle proprie dotazioni la maniera ottimale col quale effettuare la lavorazione.

In qualsiasi caso o intervento, natura del terreno e tipologia di opera con relative sollecitazioni portano alla definizione delle dimensioni e del numero viti da utilizzare e quindi ad un ventaglio di possibili scelte per individuare la modalità di installazione più adeguata. 

venerdì 14 agosto 2015

V3: Impieghi per le fondazioni a vite

Utilizzare le fondazioni a vite è semplice: esse rappresentano una valida alternativa al tradizionale calcestruzzo. Allora in quali situazioni si possono impiegare? Negli innumerevoli interventi in cui viene usato il calcestruzzo. Semplice, no? Proviamo comunque a definire una serie di categorie di impiego seguendo un filo logico.

Sempre un intervento sarà la risposta ad un bisogno, una necessità: ad esempio la delimitare una proprietà da un’altra, realizzare un riparo per qualcosa, dare un supporto ad un impianto tecnologico. I bisogni possono essere personali oppure collettivi, che di conseguenza si concretizzeranno in opere private oppure opere pubbliche. Sia nel settore privato che nel pubblico si possono identificare interventi semplici e interventi di una certa importanza o complessità: arriviamo così ad individuare quattro categorie di intervento, come suggerito dallo schema.
Un’opera privata semplice può essere ricondotta al fai da te oppure ad un lavoro eseguito da una sola impresa: ad esempio una recinzione, una serra, opere di manutenzione del verde privato o giardinaggio.
Un’opera privata complessa è identificabile nell’ambito dell’edilizia civile, dove solitamente più imprese si coordinano per realizzare una costruzione, ad esempio un edificio residenziale, una tettoia per impianti o un impianto stesso come un fotovoltaico o solare a terra. Ulteriori differenze con la categoria precedente stanno anche nella consistenza dell’opera che determinano sollecitazioni maggiori ed eterogenee, tali da comportare relazioni tecniche di calcolo specifiche proprio, comunque le stesse che verrebbero fatte per tradizionali fondazioni in calcestruzzo.
Nel campo delle opere pubbliche semplici troviamo ad esempio l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica, la segnaletica verticale: molto spesso realizzabili da una sola impresa e con l’impiego di mezzi standard.
Per ultime le opere pubbliche complesse ovvero infrastrutture ed opere complementari: il caso più semplice è quello dei ponti come dimostrato nei primi utilizzi nella seconda metà dell’800. Ai giorni nostri possiamo parlare di barriere acustiche lungo le principali arterie stradali, opere di sistemazione idraulica come rinforzi di sponde ed argini di corsi d’acqua. I recenti terremoti hanno sollevato la questione dell’emergenza abitativa temporanea, ovvero alloggi residenziali ed anche scolastici costruiti tempestivamente per le popolazioni colpite dall’evento: ecco quindi un utilizzo delle fondazioni a vite, che renderebbero perfettamente rimovibili i moduli abitativi una volta terminata l’emergenza, perciò effettivamente ecosostenibili.

Adesso passiamo ad un elenco concreto di impieghi possibili, per ogni categoria individuata.

Opere private semplici: RECINZIONI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard
Spiegazione: al posto di un plinto, si infigge una vite priva di flangia superiore e successivamente si infila dentro il paletto di recinzione, bloccandolo meccanicamente ove previsto con dadi e bulloncini oppure attraverso l’attrito di ghiaiano-brecciolino fine versato dentro occupando lo spazio restante tra paletto e vite.

Opere private semplici: STACCIONATE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: come per le recinzioni, si applica lo stesso metodo per le staccionate.

Opere private semplici: GAZEBO E PLATEATICI - DEHORS
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: i montanti dei gazebo possono essere collegato alle flange delle viti attraverso bulloni, così come l’intelaiatura di sostegno dei plateatici e dehors con doghe in legno o plastica.

Opere private semplici: SERRE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard
Spiegazione: i tubolari degli archetti vengono inseriti nelle viti e bloccati alla stessa maniera dei paletti di recinzioni, velocizzando così la costruzione delle serre e soprattutto permettendone a fine ciclo un facile smontaggio.
 

Opere private semplici: MESSA IN SICUREZZA ALBERI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard
Spiegazioneattraverso viti infisse a terra, anche tra le radici, i rami dell’albero pericolante vengono messi in sicurezza con tiranti e selle in tempi rapidi e con la minima invasività.

Opere private complesse: IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: al posto di plinti o zavorre in calcestruzzo, viti con flange sostengono i telai di supporto per i pannelli fotovoltaici.

Opere private complesse: TETTOIE E PENSILINE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: le colonne di sostegno vengono collegate alle viti di fondazione, anche laddove siano già presenti pavimentazioni ed asfaltature operando sempre con la minima invasività in quando basta un semplice foro largo abbastanza per far passare eliche e fusto.

Opere private complesse: TENSOSTRUTTURE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: come per le tettoie e pensiline, avendo il vantaggio ulteriore che essendo facilmente rimovibili l’area di sedime della tensostruttura può tornare ad essere completamente libera e perfettamente usufruibile.

Opere private complesse: CASE IN LEGNO O ACCIAIO
Modelli di vite consigliate: tipologia conica
Spiegazione: sostituire pesanti platee in cemento armato, sfruttando la leggerezza di questo tipo di fabbricati  permette di avere una costruzione ancor più ecosostenibile e limitare ancor più i tempi di esecuzione dato che non vi è più l’attesa della maturazione del calcestruzzo.

Opere private complesse: CONSOLIDAMENTO EDIFICI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: con l’ausilio di collegamenti adatti tra le flange delle viti e fondamenta o strutture esistenti, si possono consolidare edifici più facilmente che utilizzando classici micropali o altri sistemi standard per il recupero.

Opere pubbliche semplici: SEGNALETICA VERTICALE E CARTELLONISTICA
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica o tipologia con box
Spiegazione: una volta infissa la vite adatta a segnale o cartello, si introduce il palo di sostegno all’interno della vite oppure se flangiato lo si fissa alla flangia della vite stessa.

Opere pubbliche semplici: ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Modelli di vite consigliate: tipologia con box
Spiegazione: in sostituzione al classico plinto prefabbricato, previo preforo di diametro adatto si infigge una vite con box e successivamente si introduce il palo fissandolo con le stesse modalità impiegate del plinto.

Opere pubbliche semplici: RETI CAMPI SPORTIVI
Modelli di vite consigliate: tipologia conica o tipologia con box
Spiegazione: come per l’illuminazione pubblica, il palo viene introdotto nella vite e bloccato con sabbia o malta cementizia.

Opere pubbliche semplici: RECINZIONI PROVVISORIE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: come per le recinzioni standard, si introducono i montanti nella vite preferendo il fissaggio con dadi e bulloncini ai fini di permetterne una facile rimozione quando il recinto provvisorio verrà espiantato.

Opere pubbliche semplici: ARREDO URBANO
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica o tipologia con box
Spiegazione: giochi, panchine, cestini, pensiline per fermate bus e quant’altro possono essere supportate da viti di fondazione adatte alla destinazione d’uso mantenendo la maggior superficie a verde e quindi permeabile possibile.

Opere pubbliche complesse: PASSERELLE E PONTI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: con il supporto di relazioni di calcolo si individuano quantità e dimensioni ideali per ogni passerella pedonali e ponti carrabili riuscendo anche laddove vincoli ambientali rendono difficile l’utilizzo di fondazioni in calcestruzzo.

Opere pubbliche complesse: RINFORZO SPONDE ARGINI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: in sostituzione a palificate in legno, le viti in acciaio zincato rappresentano una valida alternativa migliore anche in termini di durabilità: basta veder oggi l’utilizzo di paletti in acciaio zincato nei nuovi vigneti che sempre più stanno soppiantando i pali in legno.

Opere pubbliche complesse: BARRIERE FONOASSORBENTI
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: un altro contesto importante di impiego, laddove sicurezza del cantiere di esecuzione e riduzione dei tempi di occupazione delle carreggiate (per esempio tangenziali ed autostrade) rappresentano vantaggi determinanti nell’impiego delle fondazioni a vite.

Opere pubbliche complesse: MODULI PREFABBRICATI PER EMERGENZE
Modelli di vite consigliate: tipologia standard o tipologia conica
Spiegazione: che siano definitivi o rimovibili, i moduli prefabbricati assieme alle viti di fondazioni possono diventare assimilabili ad un vero e proprio kit pronto per ogni esigenza e disponibile in ogni momento, velocemente montabile e smontabile vista l’assenza di calcestruzzo.


Le viti di fondazione praticamente non hanno settori edili che ne precludano a priori qualsiasi utilizzo, tenendo conto che quelli esposti sono solo una parte dei possibili: sarebbe difficile elencarli tutti, perché basta pensare anche all’utilizzo misto di fondazione a vite e calcestruzzo per allargare enormemente il numero dei casi di impiego. L’utilizzo delle viti con collegamenti meccanici e/o a secco alle strutture che devono supportare o il loro utilizzo abbinato al calcestruzzo sempre per le stesse strutture, sono a pura discrezione e valutazione dell’utente finale e del progettista: esserne a conoscenza però consente di vagliare ulteriori possibilità di ottenere efficienza in qualsiasi intervento semplice o progetto complesso, sia che essa vengano intese in risparmi di tempo, costi e risorse.

Elencati alcuni possibili utilizzi, possiamo trattare le modalità di installazione delle quali un esempio è già stato anticipato nel filmato dimostrativo. Buona visione!

martedì 21 luglio 2015

V2: Tipologie di fondazione a vite

Anteponendo la conformazione della vite rispetto alla destinazione di utilizzo, per individuare diverse di tipologie di viti di fondazione si ricorre a due criteri di classificazione in base:
-          alle eliche (unica o molteplici, singole o in serie, a diametro fisso o variabile);
-          al fusto o corpo vite (continuo o discontinuo, con accessori o senza).
Il primo criterio ha portato nel tempo alla definizione di metodi di calcolo specifici per i carichi verticali mentre il secondo ha allargato il numero dei campi d’impiego, come dimostrato dai primi utilizzi per ponti, passerelle e case con faro agli utilizzi attuali come in semplici recinzioni, pali della luce e consolidamenti di edifici esistenti.

Tante o poche, separate o unite, uguali o diverse: apparentemente una vasta casistica, che sembra allargarsi ulteriormente combinando tra loro i tre sotto criteri. A dire il vero la quasi totalità delle viti di fondazione appartiene a queste quattro tipologie, come riassunto in questo schema:
La prima tipologia è una vite monoelica (la stessa del filmato) ed è la più semplice. Le altre tre tipologie prevedono più di una elica, per cui si hanno la tipologia con spirale continua (più eliche unite in uno sviluppo senza interruzioni), la tipologia con eliche separate dello stesso diametro e l’ultima con diametro variabile.
Passiamo ad alcune domande:
1)    quali sono le principali differenze?
A parità di lunghezza della vite, eliche disposte diversamente sopportano carichi differenti: i modelli multielica offriranno performance maggiori rispetto ai modelli monoelica. Per contro, vi saranno costi maggiori per ogni elica aggiuntiva;
2)   quali sono criteri di scelta per valutare l’uso di una specifica conformazione di eliche anziché un’altra?
Il primo parametro può essere la stratigrafia del terreno: la spirale continua è consigliata per le terre coesive (argille), mentre le eliche separate è più indicata per le terre incoerenti (sabbie).
Il secondo può essere la modalità di installazione: viti piccole con spirale continua sono installabili anche manualmente o per mezzo di avvitatori manuali appositi, mentre viti a singole eliche principalmente con mezzi meccanici;
Un terzo motivo la destinazione d’uso: viti con spirale continua possono andar bene per opere di fai da tè in giardino, come viti importanti multielica per opere ingegneristiche. E’ possibile anche l’inverso, perciò è sempre bene chiedere consigli ad esperti che potranno indicare la miglior opzione per ogni esigenza.

Eliche a parte, la discriminante più importante al momento della scelta risulta essere la conformazione del fusto o corpo vite: prima occorre rispondere alle esigenze funzionali, in seconda battuta alle sollecitazioni di progetto.
Un modello costruito in una certa maniera troverà più applicazioni rispetto ad un altro più semplice, così come i costi saranno differenti. Flange piene o forate, dadi di bulloni saldati internamente o esternamente ed altro ancora sono tutti accessori che portano ad una offerta molto vasta di viti di fondazioni funzionale ad ogni destinazione d’uso. Tutto ciò rappresenta un’aggiunta al corpo vite, non una vera e propria configurazione del fusto: analogamente gli optional (clima, autoradio, cerchi in lega) che troviamo in più in un automobile rispetto al modello base sono delle aggiunte ma non trasformeranno mai una berlina in una station wagon. 

La classificazione in base alla struttura è determinata dalla continuità o discontinuità del fusto: emergono così tre nuove tipologie, così come dimostrato nello schema.
La prima è la vite di fondazione classica che, abbinata ad eliche progettate in base alle sollecitazioni e alla natura del terreno, è adatta a sopportare esigenze che implicano in prevalenza carichi verticali. La sua installazione è facile in quanto può avvenire direttamente senza l’ausilio di prefori con punte d'acciaio per trivelle.
La seconda vite prevede l’accostamento di fusti a diametro diverso uniti da una flangia di grandezza pari al fusto maggiore: la configurazione permette di poter alloggiare qualcosa dentro al cilindro superiore, bloccandolo o sigillandolo attraverso impasti cementizi diventando così la perfetta nemesi del classico plinto prefabbricato in calcestruzzo. L’installazione è semplice e può avvenire in due fasi, ovvero un preforo con punte per trivelle almeno pari a diametro e altezza del cilindro superiore e in seconda battuta l’installazione effettiva della vite.
La terza tipologia unisce il vantaggio dell’installazione diretta senza preforo della vite standard a fusto continuo con il pregio della possibilità di alloggiamento interno a favore della vite con box, aggiungendo inoltre anche una maggior resistenza ai carichi laterali rispetto ai primi due modelli.

Effettivamente da ora si può cominciare a parlare di utilizzi ed impieghi, avendo chiara una panoramica sulle caratteristiche che determinano le tipologie generiche e che quindi danno origine a tutta l’offerta presente sul mercato.

 


giovedì 16 luglio 2015

V1: "Un’immagine vale più di mille parole"

Ground screw, helical piles, screw piles, fondazione a vite. Termini diversi che indicano lo stesso elemento metallico che una volta avvitato al suolo funge da ancoraggio per la struttura soprastante. Fondazione del tipo indiretto o profonda e prevalentemente infissa senza asportazione del terreno, trova la sua prima applicazione nel 1838 in una lighthouse (casa con faro) sulla foce del Tamigi ad opera dell’ingegnere irlandese Alexander Mithchell. Il primo utilizzo in Italia fu nel 1866(1), per merito dell’ingegnere inglese Alfred Enrico Neville nel Ponte Garibaldi a Verona. Conservando la parte storica dell’argomento per futuri post, si osservi la figura della vite concepita da Mitchell (a sinistra) con la generica ed attuale rappresentazione simile a quella tipo che possiamo trovare su Wikipedia (a destra).
La prima figura è estratta da google patents al seguente link, inventor: A. Mitchell, patents no. US3986. 
In primis si notino i tre elementi base che costituiscono entrambe le riproduzioni: il fusto - palo, un’elica e il puntale. Gli oltre 150 anni passati non hanno portato alcuna modifica consistente rispetto all’idea originale, tanto che alcune ditte produttrici implementano ancora il puntale conico o similare anzichè il semplice taglio inclinato sulla parte finale del palo. Mettendo per ora da parte le disquisizioni tecniche sul puntale, la sostanza dalla fondazione a vite deriva dall’abbinamento fusto-elica.

Ora si passa a definire i due elementi che la compongono:
-          il fusto, o palo o tubolare, che può essere a sezione quadrata o circolare, cava o piena, è l’elemento che trasmette i carichi verticali alle eliche, anch’esso ha funzione portante soprattutto nel caso di carichi laterali e funge da collegamento con la struttura soprastante da sorreggere;
-          elica, che può essere una sola o molteplici, singole o multiple in serie tipo a spirale, assolve funzioni di portata dei carichi e ne permette l’infissione al terreno attraverso l’avvitamento, analogamente alle vite da fai da te sul legno.


Utilizzi o impieghi, tipologie, capacità portante e ricerche attinenti, resistenza alla corrosione, modalità di installazione, mercato e soggetti interessati e confronto con il tradizionale calcestruzzo, saranno i prossimi argomenti trattati rivelandovi una tecnologia valida ed alternativa: per oggi e rimanendo il linea con il proverbio classico citato nel titolo vi consiglio di vedere questo breve filmato esplicativo e significativo che non ha alcuna pretesa di essere prova scientifica e sperimentale ma soltanto di dare una pragmatica e concreta idea delle potenzialità delle fondazioni a vite.

Video 1 (versione italiana)

Video 1 (english version)

Stay tuned e buona visione!

(1) Lutenegger Alan J., Historical Development of Iron Screw-Pile Foundations: 1836–1900, gennaio 2011, int. j. for the history of eng. & tech., Vol. 81 No. 1, 108-28, www.helicalfoundations.org

giovedì 9 aprile 2015

Introduzione: "Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”

Con google, digitando “fondazioni a vite”, in primis nelle prime pagine si trova un elenco di ditte (alcune produttrici, altre che le importano); scorrendo i risultati della ricerca si riesce a trovare l’invito ad un convegno e qualche pagina avanti una ricerca di un professore universitario a supporto di un altro convegno (ad oggi, data in cui pubblico il post). Scrivendo il termine inglese “screw piles” oppure “helical piles”, come primo risultato è la voce descritta in Wikipedia, quindi a seguire il solito lungo elenco di ditte, stavolta tutte straniere intervallate da link di filmati postati su Youtube; aggiungendo “pdf” ai termini ecco apparire dinanzi un’innumerevole serie di ricerche e guide per il calcolo e la progettazione, e qualche libro completamente dedicato. Abbonda perciò il materiale a supporto di una ricerca personale, che essa sia a livello di formazione professionale, a livello di opportunità di lavoro oppure semplicemente per tentare di limare ancor di più l’importo totale del preventivo per l’opera che si intende realizzare.

Ovviamente bisogna restringere il campo ad aziende italiane, per non dire locali se si decide di utilizzare le viti in un intervento; se interessa l’approfondimento delle metodologie di calcolo vi è l’imbarazzo della scelta nei pdf disponibili in rete in lingua straniera, mentre è opposta la situazione nell’idioma italico. Oltre a questo, non resta che consultare i siti dei fornitori o contattarli direttamente, fissare un incontro per toccare con mano la questione ed uscirne con le idee un più chiare, almeno teoricamente. Appunto teoricamente: ecco allora presentarsi una vasta casistica di destinazioni ed utilizzi, un’ampia gamma di prodotti tra cui scegliere anche far produrre, ed infine diverse modalità di posa in opera: in pratica un mare di soluzioni e nozioni.

Rispetto alle iniziali apparenze di nicchia, le fondazioni a vite si rivelano un vero e proprio settore. Da un lato sembra che nicchia non possa altro che rimanere come domanda sul mercato rispetto al consumo di calcestruzzo (95,3 mln di m3 nel 2007 e 38,1 mln di m3 nel 2014)(1); d’altro canto anche no, per via dell’incremento del numero di imprese che negli ultimi anni si propongono a fronte del trend negativo dell’intero comparto delle costruzioni.   
  
A fronte di ogni personale decisione, sul lasciar perdere le fondazioni a vite o continuare ad informarsi, per gli interessati e neofiti il sito tratterà l’argomento nelle migliori intenzioni oggettive e nella maggior interezza possibile. Ogni post prenderà in esame un singolo aspetto attinente, prendendo spunto dal materiale disponibile in rete, bibliografico e quant’altro e sarà catalogato secondo quattro contenitori:
- V come vite, una panoramica delle varie tipologie, i possibili impieghi e la posa in opera;
I come info, uno spazio rivolto alla storia e alle news attuali;
-T come teoria, tutto ciò che riguarda l’universo della ricerca che ne permette il calcolo e la progettazione;
- E come extra, quanto non afferente alle tre precedenti voci ma sempre rimanendo in ambito.

Giocare con le lettere iniziali per la classificazione dei post, come fatto per l’acronimo del sottotitolo nell’intestazione, ha il suo significato: con parole chiave aiutare a fissare semplici concetti, che esse (Versatili, Innovative, Tecnologiche, Ecosostenibili) siano i cardini per la valutazione delle viti di fondazioni o che (Vite, Info, Teoria, Extra) siano guidelines per la consultazione del sito. Ed ora, non resta che augurarvi buon proseguimento nella lettura.

(1) Federbeton, La filiera del cemento e del calcestruzzo armato nel mondo delle costruzioni, Roma, 22 dicembre 2014, www.federbeton.it